Neve
Sta andando verso il nulla, si sta dissolvendo.
Era venuta giù lieve, morbida, immacolata, aveva ricoperto ogni sporcizia, degrado, dolore; avevo sperato che restasse per molto, magari per sempre.
Anche i suoni si erano ingentiliti, un po’ ovattati, resi docili. Stamani mi ha svegliata il ticchettio regolare di una goccia che incessante cade su una pietra: è il disgelo. Continua a leggere →
No Petrolio in Alta Irpinia
Michele si era laureato in Scienze Ambientali all’università di Urbino; Il fratello minore, Antonio, aveva discusso la tesi di laurea in Scienze Agrarie nel gennaio di un paio di anni dopo.
I due fratelli erano nati e cresciuti in un paesino dell’alta Irpinia e, dopo gli studi universitari, Michele per primo, subito seguito da Antonio, avevano deciso di farvi ritorno per realizzare un progetto a lungo meditato, che aveva condizionato non poco le loro scelte di studio.
Michele, nei due anni successivi il conseguimento del diploma universitario, aveva avuto qualche breve esperienza lavorativa: come supplente in un istituto superiore, che non gli aveva fruttato nessun vero guadagno, solo una bella ed indiscutibile esperienza nel campo dell’insegnamento, e qualche consulenza ambientale, che sapeva non gli avrebbero mai pagato. Continua a leggere →
Casa di appuntamento
Ciao Caterina.
È passato del tempo dall’ultima volta che ci siamo scambiate notizie su come procedevano le nostre vite, un anno forse, o poco più.
Quale ragione mi spinga a scriverti ora, ormai fuori tempo massimo, non saprei dirti.
Infine ho superato il trauma che le tue tardive confidenze mi hanno provocato, e che hanno mutato per sempre il mio modo di percepirti come persona, come amica. Per tutto il tempo che sono rimasta in silenzio a rimuginare sulle tue rivelazioni, ho continuato a chiedermi senza interruzione chi sei stata, e chi poi sei diventata.
Immagino tu stia sorridendo in questo momento, constatando che non sono cambiata, e che i miei tempi di reazione continuano a essere lunghi. Continua a leggere →
Marco Del Bucchia Editore
Dopo i primi anni di attività quasi interamente dedicati alla pubblicazione di testi universitari, Marco Del Bucchia è passato alla varia che al momento costituisce la parte principale della sua produzione. Grazie alla scelta fatta di prescindere totalmente dal contributo di autori e di enti pubblici e privati, ha potuto e continua a poter costruire il proprio catalogo con ampia libertà, scegliendo – tra i tantissimi che gli vengono proposti – solo i titoli che ritiene più adatti alle collane in cui ha deciso di suddividere gli scritti editati: poesia, narrativa di genere e non, storie per ragazzi, saggistica universitaria e di stampo divulgativo. Per quanto concerne la diffusione dei suoi volumi, si è affidato a grossisti di settore capillarmente operanti sul territorio nazionale, non trascurando la vendita online e puntando molto sulla promozione derivante dalle presentazioni organizzate.
ABDALLAH: 43 anni
«Signora, dove metto la torta? Se l’appoggio vicino alla busta della frutta potrebbe schiacciarsi.»
Abdallah era molto attento alla disposizione di pacchi e buste, che evitava con cura di ammucchiare senza ordine nel cofano dell’auto.
Era arrivato in Italia dieci anni prima e si era inserito bene nel quartiere. Aveva cambiato tanti lavori, ma con la crisi era tornato a fare il lavavetri all’angolo della strada e arrotondava con le mance delle signore che facevano la spesa al supermercato lì vicino, le aiutava a caricarla in macchina o gliela la portava lui stesso a casa. Continua a leggere →
LUCA: 7 anni
Nella cantina era al sicuro, si ripeteva, nessuno lo avrebbe trovato, se lui stesso, per controllare che fosse ancora lì, faticava a farlo emergere da quel cumulo di cianfrusaglie.
La madre, lì dentro, ci riponeva poche vecchie cose, mentre il padre ci passava più tempo a fare piccoli lavoretti di riparazione, soprattutto ora che era disoccupato.
Gli incubi erano iniziati la notte stessa che lo aveva scovato dietro la siepe del giardino, subito sotto un dito di terra. Continua a leggere →
GIOVANNA: 25 anni
Giovanna non ci pensava quando colorava un disegno con Marco o leggeva una favola a Elena, mentre gli altri bimbi la chiamavano, tutti insieme, maestra, maestra! Allo scampanellio di fine lezione, invece, immediatamente tornava col pensiero a casa, a quello che avrebbe trovato ad aspettarla.
Erano troppo pochi quei sei chilometri che percorreva ogni giorno avanti e indietro per raggiungere la scuola materna, e, se all’andata li faceva scivolare via veloci, spingendo quasi a tavoletta sull’acceleratore, al ritorno avrebbe voluto moltiplicare quella distanza all’infinito.
Aveva solo 25 anni, e le sembrava di essere già vecchia. Continua a leggere →